La manutenzione straordinaria delle imbarcazioni da canottaggio, sta producendo molta letteratura sui media specializzati, soprattutto per effetto della pandemia che ha costretto i nostri canottieri ad utilizzare molto poco le imbarcazioni multiple, probabilmente abbandonate da mesi all’interno dei club. Questi interventi ci offrono anche l'opportunità di raccontare la svolta "green" della nostra azienda che in funzione della sostenibilità ambientale, sta testando tutta una serie di prodotti che saranno messi a disposizione a breve dei clienti per favorire la performance delle loro imbarcazioni, evitando di contaminare gli scenari fantastici che la natura mette a disposizione della nostra disciplina. Esiste poi una manutenzione ordinaria di cui andiamo ad analizzare le criticità e le soluzioni più pratiche per uno scafo efficiente.
Con le barche nuove è sufficiente una passata d’acqua dolce sullo scafo, possibilmente con una spugna morbida. In casi di sporco grasso, (laddove sia autorizzato l'utilizzo del sistema fognario), con l'aggiunta di sapone neutro. Serve particolare attenzione qualora l'attività si svolga in corrispondenza di acqua salata o salmastra. In questo caso è opportuno tenere pulite anche guide e ruote del carrello, detergendo sia con acqua dolce, che con un panno umido. Lo stesso vale per tutte le parti metalliche compresa la bulloneria e la piastra girevole della timoneria. Da evitare i lubrificanti che, per esempio, sulle ruote del sedile possono deteriorare il materiale plastico (pom) con cui sono realizzate. Inoltre potrebbero far scivolare le ruote sulla guida, producendo una resistenza non favorevole all’azione del carrello.
Parti metalliche: se la bulloneria viene attaccata da agenti aggressivi, come appunto un lubrificante, potrebbe perdere la resistenza alla corrosione dell'acciaio INOX AISI 316, con la quale è realizzata. Un grasso adesivo, o marino, resistente alla corrosione galvanica sarebbe indicato. Anche per i bracci porta scalmiera è consigliato un lavaggio in acqua dolce, con un panno umido. Ricordate di ingrassare con periodi regolari, il perno che si trova all'interno della scalmiera.
Qualora l'imbarcazione ingiallisca o presenti depositi di calcare importanti, il semplice uso di acqua corrente e panno umido, non è più sufficiente. Consigliamo di non raggiungere questo stadio di noncuranza. Se succede, andiamo ad agire per steps. 1) Smontare le parti metalliche della barca e poniamole in una soluzione grassa, all’interno di un contenitore. 2) Togliere anche scarpe, pedane, guide, cavo timoneria e naturalmente i bracci. 3)Cospargere tutto lo scafo di anticalcare (normalmente acido cloridrico diluito) preoccupandoci di proteggere con teli assorbenti l’area sotto la barca. 4) Lasciamo agire per almeno 20 minuti prima di ripulire con carta assorbente, che andrà poi smaltita correttamente. Quindi sciacquare con abbondante acqua dolce.
Se il risultato non fosse ancora soddisfacente, ripetere l'operazione. Qualora non si riesca a raggiungere la lucentezza originaria, è chiaro che serve un intervento più drastico. La vernice che utilizziamo da oltre 40 anni è prodotta dalla multinazionale PPG. E questo da al cliente Filippi la sicurezza di poter tornare allo splendore iniziale, con una semplice lucidatura professionale. Lo spessore della vernice, seppur minimo, per ottimizzare il peso dell'imbarcazione, vi permette di fare più interventi di questo tipo nel corso della "vita" di una barca. In caso non siate dei professionisti, vi suggeriamo di rivolgervi al carrozziere di fiducia o al boatman del club di appartenenza. Se fate da soli, sull'eventuale danno sarà sempre possibile fare il ritocco, acquistando un bianco base PPG poliacrilico 2K. È chiaro che un’imbarcazione non lucidata, presenta delle rugosità che ne aumentano il coefficiente di attrito (diminuendone la velocità ndr) nel momento in cui la superficie, non sarà più a specchio.
Parti metalliche: per quanto riguarda invece, le parti soggette a usura (bulloni, guide e ruote dei sedili) provvedere alla loro sostituzione, appare la soluzione più efficace. Potrebbe invece, essere opportuno, in caso di lunghi stoccaggi e di precedente utilizzo in acqua salata, smontare le parti di fissaggio (bulloneria e altro) e di lavarle con acqua e sapone e risciacquare. In caso di accoppiamento tra materiali di natura diversa, alluminio e acciaio, per esempio, si suggerisce l’uso di gel al teflon capace di creare una barriera isolante che impedisca la tenso-corrosione.
La nouvelle frontiere in termini di pulizia non inquinante, ci arriva direttamente dalla nanotecnologia. Tests effettuati con clienti e rivenditori ci hanno confermato la validità del trattamento idrofilo delle superfici dei nostri scafi, con una soluzione a base di titanio sosfato amorfo. Questo trattamento crea un impercettibile rivestimento (un velo d’acqua al passaggio del prodotto) che risulterà nel tempo protettivo per via dell’elevata resistenza al graffio e alle sostanze corrosive, tra cui alghe e salsedine. Si crea una sorta di film che per almeno 6 mesi dal trattamento (che va fatto una sola volta preceduto da un lavaggio con acqua demineralizzata) protegge lo scafo da batteri e calcare, senza ridurne la scorrevolezza in acqua. Nel corso del semestre sarà sufficiente sciacquare la barca, dopo ogni uscita. Oltre a questo trattamento idrofilo, Filippi sta testando tutta una serie di prodotti per la pulizia e l’igiene dell’imbarcazione che saranno oggetto di un kit che presto sarà disponibile online e sui campi di gara in cui è presente il nostro servizio di assistenza.
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